Filanda Giammaria: "Non vogliamo altri palazzoni"

Sabrina Duarte
11/12/2014
Attualità
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Recenti incontri tra cittadini, associazioni e rappresentanti della politica locale hanno posto in evidenza la questione di salvaguardare la Filanda Giammaria, malgrado la sua attuale condizione di edificio parzialmente demolito. Una petizione, che porta la firma di molti cittadini impegnati in varie istituzioni e associazioni, è stata consegnata, per questo motivo, al sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, durante un incontro in sala giunta. Gli aderenti chiedono di salvare prima di tutto una testimonianza significativa dell’evoluzione della società pescarese: la Filanda è una dimostrazione  del ruolo avuto da lavoratori e lavoratrici nello sviluppo della città e nell’apertura ad un’economia di tipo industriale; inoltre è parte di un complesso che comprende anche il palazzetto neo-medievale dei Giammaria e il Casino di caccia, entrambi di buona architettura. Il presidente dell’Associazione Italia Nostra, firmatario della petizione e portavoce di un comitato nato spontaneamente, intorno al quale si sono poi radunate molte associazioni, partiti e sindacati, chiede solo di “avere la possibilità di discutere intorno ad un tavolo sulla possibile utilizzazione di un sito che altrimenti andrebbe occupato da altri palazzoni”. Molte le proposte per beneficiare della struttura: “Si potrebbe farne un museo del lavoro, considerando ciò che l’edificio rappresenta”, continua Valente, “non sarebbe necessaria una struttura complessa, anche un capannone può andare”. Malgrado la parziale distruzione, è possibile restituire la Filanda alla sua integrità e progettare nuove funzioni redditizie, come mostrano analoghe iniziative in tutta Europa, d’altro canto la comunità non desidera l’ennesimo palazzone che trasformi Pescara in una città senza memoria. É prevista a breve la decisione del TAR sulla questione.

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