Continua la "guerra" sulla riapertura al traffico o meno di corso Vittorio Emanuele II

Domani 27 settembre si riapre la raccolta firme.

Elena Prizzi
26/09/2014
Attualità
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Quattro sono i gruppi che si stanno dando battaglia sulle sorti di corso Vittorio Emanuele, vediamo di fare chiarezza, su ciò che vogliono. Due, sono gli storici contendenti politici di centro destra e di centro sinistra. L’attuale giunta che desidera smantellare il progetto del precedente sindaco, riaprendo al traffico cittadino, come promesso in campagna elettorale, dall’altra il centro destra che desidera portare avanti un progetto di riqualificazione urbana, che non prevedrà la pedonalizzazione del corso, bensì  “solo il transito dei bus urbani, dei mezzi di soccorso e dei residenti proprietari di autorimessa” spiega il portavoce provinciale di Fratelli d’Italia ed Alleanza Nazionale, Armando Foschi. “Si tenga presente che, con la realizzazione del nuovo ponte (Camuzzi), tutto il traffico che oggi entra nella città di Pescara, tramite la viabilità dell'Asse Attrezzato, nel futuro raggiungerà i parcheggi nell'Area di risulta senza attraversare più le vie cittadine”.

Parallelamente a queste voci di partito ne è sorta un’altra apolitica : “No al traffico su Corso Vittorio Emanuele II”appoggiata dalla quasi totalità degli esercenti dell’attuale area pedonale di corso Vittorio, 34 negozi su 41 (ndr come risulta dalle sottoscrizioni), e dai cittadini residenti. Loro rivendicano invece la positività dell’attuale, ma momentanea, pedonalizzazione dell’area tanto da chiederne la definitiva chiusura al traffico.

I rappresentanti di questo libero movimento cittadino, evidenziano il benessere collettivo generatosi da quest’area senza macchine: la riqualificazione della zona, l’afflusso di cittadini durante la settimana  e quindi un incremento delle vendite, l’apertura di nuovi negozi dopo lunghi periodi di negozi sfitti, l’incremento della qualità dell’aria e la conseguente possibilità di vivere negli spazi aperti, a differenza di quanto succedeva in passato dove l’eccesso di traffico e la presenza notturna di prostitute e vagabondi non consentiva di godere dello spazio pubblico. La stessa area di risulta ad oggi è ritenuta da residenti e commercianti più sicura e più sfruttabile anche per fare una passeggiata in centro. Feedback positivi, inoltre, hanno anche ricevuto alcuni proprietari di B&B della zona, da parte dei turisti giunti a Pescara.
In ultimo, questi concittadini evidenziano lo spreco di soldi pubblici che comporterebbero altri lavori di viabilità ed il ritorno di tante polveri sottili dannosi per la salute di tutti. Sono infatti noti, anche in Comune, i risultati dell’Agenzia europea dell’Ambiente del 2012, sull’alto tasso di inquinamento di Pescara a fronte delle sue dimensioni e del numero della popolazione.

Voce totalmente dissonante  è quella della Confcommercio, rappresentata da un suo membro Nino Bettini, titolare del negozio Capecchi Casa, che nega “che la maggioranza dei commercianti del corso siano contrari alla riapertura del traffico e che gli operatori vogliono solo lavorare. Per raggiungere tale obiettivo occorre portare le persone a Pescara e questo risultato non si raggiunge certo chiudendo le strade principali, ma viceversa favorendo la circolazione e creando altri parcheggi”.

Al di là della bagarre politica e di categoria, la parola domani ripassa a tutti noi pescaresi, potendo esprimere un’opinione su ciò che vorremmo,  grazie ad una firma nei banchetti di corso Vittorio, angolo corso Umberto.

Nei giorni scorsi abbiamo lanciato un sondaggio, non basato su un campione elaborato scientificamente, sul nostro quotidiano che vede l'86.3% dei votanti preferire la NON riapertura del Corso. VAI AL SONDAGGIO.

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