Arrestati gli altri due complici della rapina a Cepagatti

In manette sono finiti un 54enne e un 55enne, entrambi residenti a Pescara e noti alle forze dell'ordine

Redazione
03/03/2025
Cronaca
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I carabinieri di Pescara hanno tratto in arresto un 54enne e un 55enne, entrambi residenti a Pescara e noti alle forze dell'ordine, resisi responsabili in concorso di rapina aggravata lo scorso mese di novembre ai danni di una gioielleria di Cepagatti. Il provvedimento scaturisce a seguito di un'articolata attività investigativa condotta dai militari dell'Arma del Nor, che avevano avviato immediate indagini.

Nell’occasione un finto cliente, che già si era presentato nei giorni precedenti per guadagnare la piena fiducia del titolare della gioielleria, lo scorso 27 novembre era entrato all’interno di quell’esercizio commerciale e con naturalezza si era diretto verso il proprietario: con il pretesto di dover prelevare alcune scatole dal veicolo che aveva parcheggiato poco distante, lo aveva indotto ad aprire la porta blindata consentendo così al suo complice, travisato e armato di pistola, di entrare nella gioielleria. Sotto la minaccia dell’arma si erano impossessati di tutto l’oro esposto e si erano velocemente dileguati a bordo di un'auto, alla cui guida vi era un terzo complice, ignari di essere stati immortalati dal sistema di videosorveglianza comunale.

Un passante, che aveva assistito alla scena, riferiva agli inquirenti il modello dell’auto su cui i rapinatori erano fuggiti. Da qui in poi una costante attività investigativa posta in essere dai carabinieri, consentiva dapprima di individuare l’auto, grazie al sistema di videosorveglianza, ai testimoni, l’analisi del traffico telefonico e la visione di altre telecamere cittadine, consentivano di chiudere il cerchio. La Procura di Pescara, che ha coordinato le indagini sulla base degli elementi raccolti, avanzava richiesta di misura cautelare al gip di Pescara che, concordando con le attività investigative svolte, emetteva un provvedimento a carico degli indagati, disponendo per essi la misura cautelare inframuraria ritenuta unica adatta alle esigenze cautelari.

Va inoltre detto che lo scorso 10 gennaio i militari dell'Arma, in esecuzione a un provvedimento emesso dall'autorità giudiziaria di Pescara, avevano già dato corso a perquisizioni domiciliari proprio a carico dei soggetti ritenuti responsabili della rapina alla gioielleria. In quella circostanza, i militari avevano trovato a casa di uno degli indagati gli indumenti utilizzati nel corso della rapina e un ordigno tipo “molotov” costituito da una bottiglia contenente liquido infiammabile, sigillata con nastro adesivo cui era attaccato un grosso petardo dotato di una miccia. In quell’occasione, l’uomo trovato in possesso dell’ordigno esplosivo era stato arrestato in flagranza di reato per possesso di materiale esplodente.

Le indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Pescara, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Pescara, hanno consentito di dimostrare il ruolo dei due arrestati nella vicenda. Uno dei due, armato di pistola, era entrato nella gioielleria insieme al complice tratto in arresto il 1° febbraio, mentre l’altro, ritenuto la mente e l’organizzatore del colpo, si era premurato di garantire la fuga dei sodali subito dopo la consumazione dell’evento criminoso con la propria auto.

Anche questi due arrestati, che dovranno rispondere di rapina in concorso, sono stati rinchiusi nel carcere di Pescara a disposizione dell’autorità giudiziaria, che ha ritenuto la misura cautelare personale coercitiva l’unica idonea poiché non appare ipotizzabile una qualsivoglia capacità di rispettare le leggi, sussistendo il concreto e attuale pericolo che commettano ulteriori reati della stessa specie.

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