Tante persone ieri sera, al Sant'Andrea, per assistere all'iniziativa di "Pace Terra Dignità", la lista di Michele Santoro e Raniero La Valle contro la guerra che è in corsa alle prossime elezioni europee. Il teatro era gremito, con circa 400 persone, tanto che "purtroppo molte non sono riuscite a entrare", dice Maurizio Acerbo, candidato con la lista, nel tracciare un bilancio dell'incontro di Pescara. "Io e Michele Santoro - aggiunge - spero che siamo riusciti a trasmettere l'urgenza di fermare la spirale di guerra". Nel pomeriggio, invece, Acerbo e Santoro hanno fatto tappa a L'Aquila, in piazza Regina Margherita, dove hanno incontrato i candidati Ilaria Leonardis e Paolo Della Ventura.
Santoro ha elogiato la richiesta alla Camera preliminare del tribunale dell'Aja di emettere mandati di arresto per Netanyahu e per i leader di Hamas e il nuovo appello concesso ad Assange in Gran Bretagna. Il giornalista ha spiegato che "sono due belle notizie, una perchè ad Assange si concede maggiore difesa e l'altra perché dà ragione a noi, che siamo stati gli unici, insieme a poche altre voci come Alessandro Orsini e Alessandro Di Battista, ad aver posto il problema che il comportamento di Netanyahu fosse criminale, al pari di quello di Hamas, per la strage commessa nella Striscia di Gaza, dopo il 7 ottobre".

Tuttavia "nessun partito politico italiano ha fatto questa richiesta prima di noi - ha continuato Santoro - a dimostrazione che i partiti italiani sono in attesa delle decisioni degli Stati Uniti d'America. Noi siamo per tornare allo spirito della nostra Costituzione, che ci impone di non usare le armi". I sondaggi "ci danno sempre in crescita, ma io penso che siano completamente farlocchi - ha detto poi Santoro parlando di campagna elettorale - Non ci sono investimenti adeguati per fare dei sondaggi realistici. L'obiettivo è il 3%, ma non porrei limite alla provvidenza".
Infine Santoro ha affermato che “la mia avventura politica è partita dalla necessità di raccontare alla gente diversi punti di vista della realtà. Oggi il giornalismo italiano è così uniforme che rincorre sempre la necessità di trovare un nemico contro cui scagliarsi”.