Per mesi abbiamo registrato il silenzio assoluto di alcuni autorevoli rappresentanti della Regione che oggi si svegliano dal torpore, scoprono che alcune Province (cioè la loro) devono necessariamente rinunciare alla propria autonomia e invocano l'abolizione delle tutte Province abruzzesi. Una proposta senza alcun fondamento, considerato il percorso che sta seguendo il Governo di accorpamento di questi enti (e non più di abolizione come previsto inizialmente) e aggiungerei che l'idea è decisamente ottusa perché non va certo a favore dell'Abruzzo e degli abruzzesi. Si dimentica infatti, e questa è la questione prioritaria, che in ballo non ci sono solo le Province ma gli enti territoriali dello Stato e quindi i servizi ai cittadini, ma si dimentica anche che un organismo chiamato Cal, cioè Consiglio delle autonomie locali, si è pronunciato democraticamente sul futuro assetto delle Province abruzzesi dopo aver ascoltato sindaci e associazioni rappresentative del territorio, e si dimentica anche che il Governo ha fornito degli indirizzi chiari sul riordino (seppur non condivisibili). Qualcuno, dal Pdl al Pd passando per l'Idv, immagina di conquistare qualche voto in più alle prossime elezioni cavalcando l'idea populistica di abolizione di tutte le Province. Mi chiedo dove siano stati questi politici fino ad oggi, considerato che si discute della questione da mesi, e vorrei anche sapere perché queste persone hanno evitato di confrontarsi democraticamente con il partito di appartenenza e nei territori in cui sono stati eletti perché l'unico effetto che otterranno è di quello di sminuzzare ulteriormente uno scenario politico frammentato, a destra e a sinistra, in cui vincono logiche che nulla hanno a che fare con l'interesse dei cittadini