Segnaliamo questa criticità riscontrata alcuni giorno or sono lungo via Marconi, nel tratto compreso tra via Tibullo e Via Tommaso da Celano. Si tratta di una situazione ricorrente, tra l'altro facilmente rinvenibile su tutto l'asse stradale dopo il riassetto organizzativo viario, che vede due delle quattro corsie presenti destinate al transito degli autobus (corsie preferenziali), come evidenziato dalla segnaletica orizzontale e verticale.
Sul lato in esame vi è un cartello (forse residuale?) di "fine di divieto di sosta" che però non trova corrispondenza in quello di "inizio di divieto di sosta" ed è curiosamente posto in concomitanza di una leggera rientranza del marciapiede, dove la carreggiata di allarga di circa un metro. Di lì a poco vi è una fermata dell'autobus.
Il leggero ampliamento della sede stradale e il cartello (come anche un altro che vieta la sosta nei giorni di pulizia della strada, per cui si ritiene che negli altri sia possibile), inducono a ritenere che vi sia lo spazio per parcheggiare; per cui il primo che da il via a questa interpretazione fa si che altri si sentano autorizzati a fare altrettanto. E l'occupazione di questo spazio, che vede le auto per oltre la metà del loro ingombro occupare la corsia dell'autobus, si protrae fino alla fermata. Ciò determina una situazione di evidente e grave conflittualità, come è evidente dalle foto: il mezzo pubblico non può avvicinarsi alla banchina né tantomeno troppo alle auto perché ciò non consentirebbe ai passeggeri di salire né di scendere, e l'autista è costretto a invadere la corsia alla sua sinistra, destinata al transito delle auto.
Questa incivile nonché odiosa pratica di parcheggiare dove non si può, occupando lo spazio riservato ad altri, si ripercuote sui diritti dei più deboli, in questo caso degli utenti del servizio di trasporto pubblico che sono costretti, per poter usufruire del mezzo, a farsi largo tra le auto.
Ma non solo. Nella foto è riportata anche una ciclista che si accoda all'autobus, evidentemente per via dello spostamento del mezzo fuori della sua corsia di marcia e per ovvie ragioni di differenza di massa e di ingombro. In questa immagine è rappresentata una ulteriore criticità: chi si sposta in bicicletta, non avendo alcuno spazio riservato, è costretto, ondeggiando pericolosamente, a spostarsi lungo le corsie ritenute di volta in volta più sicure.
Il segno evidente di una difficoltà di uso di via Marconi da parte delle utenze deboli è dato anche dalla presenza di numerose biciclette ancorate ai pali e agli alberi. Nella foto è cerchiata la bici di chi non ha trovato stalli nelle vicinanze, se non una postazione già tutta occupata. Ma se ne vedono anche altre, e poi moto che, essendo anch'esse veicoli, possono essere parcheggiate solo nei luoghi adibiti alla sosta e non certo sui marciapiedi.
In sostanza, su Via Marconi sarebbero da prevedere un presidio più significativo da parte delle forze dell'ordine, la localizzazione di elementi di decisa dissuasione, anche fisica, dell'uso improprio degli spazi, e una maggiore attenzione alle utenze deboli, a cui andrebbe sinceramente dedicata una maggiore e specifica considerazione, oltre che uno spazio più dignitoso e sicuro.