Bonifica Fosso Vallelunga, servono 70 mila euro per la riqualificazione

I Presidenti della Commissione Sicurezza Foschi e Petrelli hanno effettuato un sopralluogo

la redazione
24/09/2021
Attualità
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“Una mozione per chiedere alla giunta comunale di reperire in modo tempestivo in bilancio le somme necessarie, circa 60-70mila euro, per la bonifica immediata del Fosso Vallelunga, oggi ostruito da un tappo di vegetazione lasciata incolta che pone l’intero quartiere del Villaggio Alcyone e della Pineta a rischio esondazione. È quella che presenteremo alla prossima seduta del Consiglio comunale al quale chiederemo un voto unanime per consentire all’esecutivo di effettuare l’immediata variazione di bilancio necessaria, pescando eventualmente anche dal Fondo di riserva, per un intervento che oggi è urgente e improcrastinabile a tutela dei residenti”.

Lo hanno detto i Presidenti della Commissione Sicurezza Armando Foschi e all’Ambiente Ivo Petrelli al termine del sopralluogo effettuato lungo il Fosso Vallelunga alla presenza, tra gli altri, del Dirigente del Servizio Lavori pubblici Fabrizio Trisi con il funzionario Jairo Ricordi e del maggiore della Polizia municipale Donatella Di Persio oltre che di una delegazione di residenti del posto.

“Sul Fosso Vallelunga, che attraversa e taglia in perpendicolare il quartiere della pineta, con via Scarfoglio e via De Cecco da una parte e il Villaggio Alcyone dall’altro, oggi ci sono due problemi – hanno sottolineato Foschi e Petrelli -. Il primo è di natura strettamente ambientale o igienico-sanitaria visto che l’intero Fosso, dove scorre attualmente un rigagnolo d’acqua, è letteralmente ostruito, tappato, da una vegetazione lasciata crescere in maniera selvaggia e dove attualmente proliferano topi e zanzare, a discapito di chi nel rione ci abita. Il secondo problema riguarda invece, chiaramente, la sicurezza: il Fosso Vallelunga è da sempre a rischio esondazione, e ricordiamo gli episodi del 2 dicembre 2013, quando la piena notturna del Pescara, oltre ad aver fatto esondare il fiume che ha invaso la città, ha gonfiato lo stesso Fosso costringendoci a evacuare alle 2.30 di notte l’intero quartiere del Villaggio Alcyone facendo suonare le campane della chiesa per allertare la popolazione che dormiva del rischio imminente e suonando a ogni campanello di casa, ricoverando poi decine e decine di famiglie, ossia centinaia di persone, nel Palazzetto di via Rigopiano; e poi ancora il 15 novembre 2017 è stata sufficiente una bomba d’acqua per far gonfiare ed esondare il Fosso che nasce da Chieti, attraversa San Silvestro, passa sotto Villa Immacolata, e scende verso il mare, costeggiando decine di abitazioni al pianterreno, dunque scorre esattamente in mezzo alla città in un quartiere densamente abitato. In questo caso, peraltro, la violenza dell’acqua ha anche sradicato a monte degli alberi trascinando a valle i tronchi che nella parte finale del Fosso che si fa più stretta si sono messi di traverso impedendo ulteriormente il deflusso dell’acqua.

È dunque evidente che quel tappo di vegetazione alta anche due o tre metri che ricopre interamente il letto del fosso oggi rappresenta un pericolo, ovvero un’ostruzione che, in caso di un nubifragio, di una bomba d’acqua o di un rigonfiamento del Pescara causerebbe un’esondazione. Come hanno ricordato i residenti, per scongiurare tali rischi c’è un unico rimedio: la bonifica puntuale del Fosso con la rimozione di tutta la vegetazione con l’utilizzo di trattori e bobcat, operazione che è di competenza del Comune e che è stata svolta ogni anno tranne, appunto, che nel 2021.

L’intervento – hanno proseguito Foschi e Petrelli – ha un costo di circa 60-70mila euro e va svolto in periodi specifici dell’anno, ovvero non si può effettuare durante la primavera, che è il periodo della riproduzione delle specie volatili, dal fratino alle anatre; non si può eseguire dopo il 15 maggio, ossia dopo che si è aperta la stagione balneare, visto che smuovere i fanghi di un anno, destinati a discarica, potrebbe inficiare la salubrità del mare e la qualità delle acque. Tant’è che nel 2020, per eseguire comunque i lavori a stagione estiva cominciata con procedura d’urgenza, l’impresa ha dovuto addirittura realizzare una barriera di sabbia a ridosso del litorale per fermare l’eventuale deflusso dell’acqua sporca del fosso mista a limo e fango verso il largo.

Paradossalmente l’autunno è il periodo migliore per effettuare la pulizia del Fosso perché non è il momento della riproduzione o nidificazione della fauna, ed è ormai conclusa la stagione balneare. In più, come ha puntualizzato il dirigente Trisi, l’amministrazione ha già le procedure codificate dunque anche sotto il profilo amministrativo l’iter sarebbe veloce, potendo lavorare con un affidamento diretto sotto soglia. L’unico problema è, attualmente, l’assenza di fondi nel capitolo dedicato a causa delle tantissime emergenze che hanno caratterizzato gli ultimi due anni in seguito all’emergenza Covid-19, imponendo all’amministrazione comunale altre spese straordinarie.

Tuttavia è innegabile che oggi il tappo sul Fosso rappresenti un’emergenza per il territorio e per il quartiere che teme l’arrivo delle piogge autunnali e di ulteriori possibili bombe d’acqua che è facile prevedere causeranno sistematicamente l’esondazione del Fosso, dunque non è pensabile rinviare a gennaio o febbraio prossimi l’intervento, ovvero attendere l’approvazione del prossimo bilancio triennale per cantierare i lavori.

A questo punto – hanno detto i Presidenti Foschi e Petrelli – abbiamo deciso di presentare in Consiglio comunale una mozione per chiedere di individuare immediatamente le risorse necessarie, anche ricorrendo, eventualmente, al fondo di riserva al fine di consentire agli uffici tecnici di procedere con l’intervento entro poche settimane”.

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