Marco Verratti, Ciro Immobile e Lorenzo Insigne: bastano questi 3 nomi per illuminare gli occhi dei tifosi del Pescara, artefici della straodinaria promozione in Serie A sotto la guida di Zdenek Zeman. Oggi quei ragazzi sono il perno portante della nostra Nazionale, che martedì affronterà in seminifale di Euro2020 la Spagna di Luis Enrique.
Il quotidiano spagnolo "La Vanguardia" ha celebrato quel magico trio in occasione della vigilia della sfida contro le "Furie Rosse", raccontando la loro esperienza in riva all'Adriatico.
Vi riportiamo la traduzione del quotidiano spagnolo
"Ciro Immobile aveva 21 anni. Lorenzo Insigne, 20. Marco Verratti, appena 18. Nessuno li conosceva praticamente nell'elite del calcio italiano. Erano tre giovani che cercavano il loro posto e aprivano una strada. Andarono a coincidere nel Pescara di un allenatore brillante come si diceva, il ceco Zdenek Zeman, attraente e kamikaze, offensivo e suicida, loquace e caposquadra, accanito fumatore come lo erano prima gli allenatori. Il suo 4-3-3 non negoziabile è stato la gioia dei raduni italiani e il suo tempo al Pescara ha fatto sì che i suoi occhi si rivolgessero alla Serie B. Quello che non è così noto è che quell'estate 2011, Immobile, Insigne, Verratti e il resto della squadra probabilmente sudava come mai prima d'ora in un pre-campionato. Serie di 3.000 metri, 2.000, dieci per 1.000, allenamenti piramidali, dal meno al più e dal più al meno, senza tregua.
Zeman, con una squadra piena di ragazzini, voleva attaccare ma anche recuperare palla il prima possibile. Aveva bisogno di gambe e Immobile, Insigne e Verratti, oltre al talento, avevano l'energia della loro tenera età.
Calcio d'attacco
Formarono un meraviglioso triangolo sotto il comando di un audace Zeman
I tre, oggi indiscussi detentori della formazione italiana che martedì affronterà la Spagna nelle semifinali dell'Europeo, si sono subito trovati d'accordo. Hanno formato un meraviglioso triangolo all'interno della categoria. Verratti era il regista, il cervello che ha orchestrato il calcio della squadra del Delfino. Insigne aveva dieci anni, da fantasista, quel talentuoso centrocampista che normalmente ha avuto un così buon raccolto in Italia (Baggio, Del Piero, Zola, lo stesso Mancini...). E Immobile ha approfittato dei servizi dei suoi due compagni per bucare continuamente. Ha chiuso con 28 gol e come capocannoniere, grazie ai 18 e 14 assist di Insigne.Il Pescara cammina e ottiene la promozione con 83 punti e 90 gol, 27 in più della Reggina. Ha ricevuto 55, in 42 partite, partite che erano piuttosto uno spettacolo da vedere.
Come se fosse la storia di Cenerentola, l'incanto si è concluso con l'ascesa. Immobile e Insigne sono stati calciatori in prestito e Verratti ha attirato l'attenzione, non di un grande italiano, ma del PSG, che lo ha acquistato per poco più di 10 milioni (un affare considerando la sua progressione). Immobile intanto è tornato a Torino ma non per giocare con la Juventus ma per incatenare un'altra mossa, al Genoa, prima di giocare nel Torino, con cui è riuscito a diventare capocannoniere della Serie A. Da lì al Borussia Dortmund, al Siviglia, ancora al Torino e consolidarsi nel Lazio. Insigne è tornato in patria a Napoli, dove è un riferimento sportivo, culturale e sociale. Si sono separati nell'estate del 2012, quella in cui la Spagna ha battuto l'Italia 4-0 nella finale dell'Europeo. Nove anni dopo, la selezione di Insigne, Immobile e Verratti sprigiona un aroma simile a quello di quella Spagna. È l'odore del buon calcio."