Il 2021 celebra i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Il Sommo Poeta, che utilizzò i versi della sua Divina Commedia per posizionare buoni e cattivi fra Inferno, Purgatorio e Paradiso, chissà dove avrebbe collocato Daniele Sebastiani? Volessimo proporre un sondaggio fra i tifosi, il dubbio rimarrebbe solo nella scelta del girone. A poche ore dal termine del mercato di “riparazione” la Rosa biancazzurra non è stata assolutamente migliorata in termini qualitativi, il che, classifica alla mano, induce alle peggiori prospettive di pensiero. Eppure mai come quest’anno sarebbe stato necessario un intervento sostanziale e radicale per provare ad invertire la nefasta tendenza che ci sta facendo precipitare nell’inferno (appunto) della Serie C.
Francamente siamo stanchi di scrivere, stagione dopo stagione, delle scelleratezze di questo presidente, mentre i microfoni prezzolati dei suoi amici (im)prenditori gli hanno sempre consentito di proporre all’ambiente pescarese affermazioni sconcertanti, spesso ridicole, come quella dei giocatori rotti che non vengono portati alla corte del Delfino. Ora che siamo alle battute finali di questa sceneggiata durata più di dieci anni, con i titoli di coda che parlano di terza serie, non c’è più posto per le solite battutine che, suo malgrado, potevano suscitare ilarità e, per assurdo, anche un minimo di immeritata simpatia. Senza questa terribile pandemia, ne siamo certi, molto difficilmente avrebbe potuto continuare a prendere per i fondelli il popolo biancazzurro. In questo momento il calcio non può e non deve stare in cima ai nostri pensieri, ma quando, presto o tardi, si potrà finalmente tornare alla normalità, ci sarà spazio solo per la vergogna, che sarà narrata generazione dopo generazione, così che il marchio dell’infamia, impresso a fuoco anche sui suoi sodali, restituirà, in parte, la giusta dignità al nome della Pescara Calcio. La dantesca legge del contrappasso non perdona, così come il Karma riparatore, che un giorno, ne siamo certi, riconsegnerà la perduta collocazione a questa, oggi sbiadita, casacca bicolore.
Infine, sulla preventivata sconfitta di ieri pomeriggio al Bentegodi di Verona contro il Chievo, ben poco da scrivere, se non che c’è stata la preoccupante conferma di un grosso impegno in campo da parte di quasi tutti i calciatori in maglia biancazzurra. Si perde, quindi, esclusivamente a causa dell’enorme gap tecnico rispetto alle avversarie. Fosse il contrario ci sarebbe da sperare in una pronta risalita, ma così no. Breda più che motivare i suoi non può fare, visto lo scarso valore di una squadra costruita senza prospettive, come al solito, da un presidente che ha sempre trattato questa “sua” creatura come una normale azienda. Il calcio, lo sport agonistico in generale, sono cose ben diverse, ma senza cuore non puoi capirlo.