Il periodo di quarantena che stiamo vivendo da marzo è senza precedenti per la maggior parte di noi. Sicuramente rivedere le nostre abitudini di vita non è stata cosa facile né felice. D’altro lato la situazione che stiamo vivendo ci spinge ad un ripensamento generale della nostra vita e dei nostri scopi che potrebbe anche essere utile.
I dati delle ricerche
Gli studi pubblicati sugli effetti psicologici delle quarantene misurano un significativo aumento del disturbo da stress post traumatico (PTSD) e della depressione, oltre a sintomi come senso di confusione, rabbia e frustrazione. L’entità di questi disturbi è correlata alla durata del periodo di quarantena, all’incertezza sulla ripresa e alla perdita economica. Mentre alcuni fattori che possono aiutare a mitigare l’impatto delle misure restrittive sulla psiche sono la chiarezza delle informazioni sulle regole imposte e il razionale che guida i provvedimenti, oltre alla loro durata prevista. (Approfondimento sulle ricerche e bibliografia)
L'impatto psicologico si fà più pesante sul personale coinvolto nella gestione della crisi e su chi è vicno a persone contagiate. Un fattore protettivo sembra invece essere la scelta volontaria di operare in contesti di rischio. Probabilmente perché alla base della scelta c’è un atteggiamento proattivo. Mentre le misure restrittive contribuiscono ad accrescere il senso di impotenza.
La gestione delle epidemie nei paesi avanzati cerca di equilibrare l'aspetto fatalistico, per cui non possiamo che osservare l'accadere degli eventi, all'esercizio della volontà, con cui possiamo controllare il nostro contributo al decorso degli eventi.
Nelle persone risultate positive al coronavirus i sintomi psicologici da tenere in considerazione come segnale di disagio sono quelli rilevati dalla scuola di medicina dell’ospedale dell’unversità di Zhejiang in Cina. Il vissuto prevalente nei pazienti COVID-19 e in quarantena si organizza intorno a sentimenti quali “rimpianto e risentimento, solitudine e impotenza, depressione, ansia e fobia, irritazione e privazione di sonno”.
Considerazioni
I sintomi che alcuni di noi affronteranno potrebbero essere ridotti cercando di raccogliere un insegnamento da questa esperienza. Come il rallentamento dei ritmi a cui siamo sottoposti che, come sappiamo, è un’abituale fonte di stress e insoddisfazione per molte persone che sentono di non aver utilizzato il tempo come avrebbero voluto. Tagliare cose poi non così utili può restituire il senso di controllo sulla propria vita. Dare conto dell’essenzialità dei nostri rapporti, di quelle cose che veramente ci stanno a cuore. Può essere l’importanza di godere della natura, del tempo, della salute, magari prestando più attenzione alla cura per noi stessi, o dando valore all’attività fisica, manuale e intellettuale. Tutte le cose che stiamo scoprendo nel periodo di quarantena ci torneranno utili se sapremo ricordarcene. Ciò che abbiamo constatato di diverso in noi, nel modo di sentire, di pensare, potrà accrescere le nostre capacità di coping e di resilienza. Questo potrà aiutarci anche un domani a non venire sopraffatti dalle paure che potranno emergere in altri momenti difficili.
Dott. Davide Farrace
Psicologo – Psicoterapeuta a Pescara
www.studiofarrace.it