Come ampiamente previsto il Delfino è stato asfaltato sia dallo Spezia, sia dalla capolista Benevento, che ha così vendicato l’unica sconfitta fin qui subita, quell’anomalo 4-0 con il quale il Pescara vinse all’andata, ripagandolo con la stessa moneta.
Ai fini puramente statistici e “storici”, sottolineiamo che la gara disputata a La Spezia nel turno infrasettimanale è stata l’ultima prima della chiusura al pubblico di ogni evento sportivo sul suolo nazionale. Naturalmente ci auguriamo che tutto torni alla normalità il prima possibile, così che anche questo triste primato cada nel dimenticatoio.
Diciamo subito che il momento è talmente surreale da rendere davvero difficile disquisire di temi calcistici. Se poi l’argomento si deve spostare sul Pescara, come il titolo del nostro editoriale evidentemente suggerisce, più che altro assurge ad un che di penoso. Con soli tre punti di vantaggio rispetto alla zona play out, l’unico obiettivo plausibile è ormai quello della salvezza.
La prossima gara, che sarà disputata il prossimo sabato pomeriggio in un Adriatico senza pubblico, quindi non molto lontano da ciò che sarebbe stato anche senza le restrizioni causate dal Coronavirus, si giocherà contro la Juve Stabia, attualmente con un solo punto in classifica sopra i biancazzurri.
Francamente non abbiamo stimoli per scrivere altro, dovremmo ripeterci invano e ringraziare ironicamente il responsabile di questa mestizia. Non lo faremo, rinviando ogni ulteriore commento al termine di questa emergenza sanitaria. Fino ad allora ci limiteremo a sintetici racconti, perché questa società non merita più nemmeno che si infierisca su di essa, le consegneremmo la scusa per sentirsi anche vittima. La consideriamo invece carnefice, per aver distrutto in pochi anni un ambiente, che era fra i più caldi nell’intero panorama nazionale.