“Gabriele d’Annunzio era un grand’uomo, era un valoroso soldato, ma soprattutto è un poeta che ha portato il nome di Pescara sempre più in alto e la sua città deve valorizzare quel figlio. Ai nostri ragazzi dico di impegnarsi per costruire la nuova Italia, senza il bisogno di imbracciare un’arma, ma semplicemente facendo il proprio dovere”.
Lo ha detto il Generale Umberto Rocca, Medaglia d’Oro al Valor Militare, aprendo il convegno odierno promosso dal Generale Leonardo Prizzi su ‘Il d’Annunzio soldato, risorgimentale e moderno’, alla presenza dei Capi degli Uffici e Archivi storici di Esercito, Marina militare e Aeronautica, oltre che del sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e del professor Giordano Bruno Guerri, Presidente del Vittoriale degli Italiani.
“Anche l’evento odierno – ha sottolineato il sindaco Albore Mascia – rientra all’interno delle celebrazioni della memoria del Vate per il 150° dalla nascita, al fine di ricordare in maniera perenne un personaggio storico che tanto ha dato al nostro Paese e alla nostra città, un uomo decorato della Medaglia d’Oro al Valor Militare che ha saputo coniugare il ‘nobile sentire’ con il ‘forte agire’: nel 1863, quando d’Annunzio venne alla luce poco lontano dal nostro Palazzo comunale, l’unità nazionale era stata appena raggiunta, con modalità ancora incompiute; 75 anni dopo, quando il Poeta si spense, l’Italia era divenuta una potenza internazionale riconosciuta. Possiamo quindi affermare che l’apporto di d’Annunzio a questo percorso nazionale, fatto di fervore, passione, veemenza, entusiasmo e innovazione, è stato di certo rilevante e fondamentale. Una passione che nel 1889 lo spinse ad arruolarsi volontario nel XIV Reggimento di Cavalleria, e che nel 1915, allo scoppio della Grande Guerra, lo fece arruolare, ormai 52enne, combattendo in terra, in mare e in aria, distinguendosi in imprese celebri, come la Beffa di Buccari o come l’epico volo di Vienna, quando nel 1918 la capitale asburgica fu inondata, con stupore e incredibile ammirazione, da una pioggia di messaggi tricolori. Ma d’Annunzio – ha proseguito il sindaco Albore Mascia – non fu solo un soldato in grado di combattere: la sua visione politica e poetica fu, in quei tempi, l’espressione dell’animo degli italiani. Un importante esempio è la Carta del Carnaro, la Costituzione della reggenza italiana rielaborata dal Vate e promulgata a Fiume, proprio dopo quell’azione bellica ardita che prese il nome di ‘impresa fiumana’ e che, meglio di qualsiasi altro documento, rivela caratteri di straordinaria modernità. Per il Vate, infatti, era necessario instaurare un nuovo ordine fondato sul lavoro, sulla tutela dei diritti individuali, sull’equilibrio tra poteri dello Stato, sulla giustizia sociale: la Costituzione dannunziana riteneva la Reggenza ‘res populi’, con fondamento ‘la potenza del lavoro produttivo’, ovvero il prodotto dello sforzo creativo del virtuoso”. Applauditissimo l’intervento del Generale Rocca, decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare dopo l’attentato terroristico di cui rimase vittima e nel quale perse la vista e il braccio sinistro: “Sono stato tante volte a Gardone e ho visto il Mas, il Memento Audere Semper del Vate, ho visto le sue auto, i suoi costumi, la Prua della Nave Puglia, e d’Annunzio era un grand’uomo, Pescara deve molto al Vate e deve portarlo sempre più in alto, come d’Annunzio ha portato in alto la sua città. Io rappresento le Medaglie d’Oro del nostro Paese, riconoscimento nato nel 1833 e oggi mi rivolgo ai giovani, dicendo che oggi tocca a loro fare l’Italia, noi la nostra parte l’abbiamo fatta, e non solo come soldati, ma anche un semplice operaio ha contribuito a fare l’Italia semplicemente facendo il proprio dovere, e allora oggi ai ragazzi chiedo di fare il proprio dovere”. Subito dopo il Generale Rocca ha omaggiato il sindaco Albore Mascia con la Medaglia Commemorativa, mentre il sindaco Albore Mascia gli ha consegnato il cristallo con la Pietra della Maiella raffigurante il volto di d’Annunzio. A mezzogiorno sono state scoperte dall’Ammiraglio Bettini due tele di 2,10 metri, “avute in prestito dall’Accademia Navale di Livorno, grazie all’intercessione del Comandante della Capitaneria di Porto Luciano Pozzolano – ha spiegato l’assessore alla Cultura Giovanna Porcaro –, che ritraggono, entrambe, la Beffa di Buccari, realizzate da Claudus e Natali, e che resteranno esposte sino al prossimo 13 ottobre nella Sala consiliare del Comune di Pescara”. Nel corso della giornata sono inoltre stati esposti i volumi provenienti dagli Archivi storici militari del Paese.