Alla Sala Consiliare il convegno su ‘La Città Bombardata’

Redazione
14/09/2013
Attualità
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Si è tenuto ieri pomeriggio, presso la Sala Consiliare del Comune di Pescara, il convegno ‘La Città bombardata, la Città ricostruita, la Città che verrà’, promosso nell’ambito delle celebrazioni per il 70° anniversario dei Bombardamenti su Pescara. Presenti, come relatori, il sindaco Mascia, lo storico Licio Di Biase, consigliere delegato al Recupero e valorizzazione del patrimonio storico della città, l’architetto Roberto Mascarucci, professore Ordinario di Urbanistica all’Università ‘d’Annunzio’, e il giornalista Marco Camplone quale moderatore dell’incontro, dinanzi a una platea di storici e architetti, oltre che di Autorità.

Ad aprire la giornata di dibattito il consigliere Di Biase, che ha ricostruito la fase drammatica dei bombardamenti, “che hanno lasciato un segno tragico: pensiamo che la stazione ferroviaria è stata rasa al suolo, proprio perché quella stazione era uno snodo fondamentale, per non parlare di altri edifici strategici che furono distrutti, le chiese, il Municipio di Castellamare. E da quegli eventi emerge che Pescara è una città ‘senza rughe’, ossia una città con un passato importante, ma senza le rughe, senza i segni del passato cancellati dalle bombe”.

“Nella fase della ricostruzione – ha osservato il professor Mascarucci – è successo di tutto: a Pescara si sono succeduti 7 Piani regolatori. Il primo fu il Piano di Piccinato, poi quello del ’46, il Piano del ’73, il Piano dell’87, infine quello degli Uffici tecnici del 2001, la Variante delle invarianti nel 2004 e infine il Piano del 2007. E in sessant’anni è cambiato tutto nel modo di organizzare le città, ma non è cambiato nulla nel modo di governare le trasformazioni. Oggi noi lavoriamo ancora con una legge urbanistica nazionale che risale al 1942, usiamo gli stessi strumenti. Piccinato, nel dopoguerra, venne chiamato a ripensare una città, Pescara, per 80mila abitanti, e il suo Piano si basa sull’idea della ‘Città Giardino’ che include spazi aperti e cubature ridotte. Tuttavia alla sua filosofia si è poi sovrapposta una diversa modalità di crescita. Noi oggi siamo di fronte alla città ricostruita tradendo il modello di riferimento, perché nei fatti alla bella idea si è sovrapposta l’applicazione distorta della realtà. Ora la città va ripensata senza la paura delle altezze e della densità, tutte le città debbono ridisegnare il futuro, partendo dal recupero della mobilità sostenibile, concentrando le cubature in altezze, lasciando spazi a terra per il verde e per il risparmio del suolo, pensando a una città metropolitana”.

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