Il naufragio (termine adatto all’occasione, vista la tanta pioggia caduta) del Delfino a La Spezia di sabato scorso è giunto inatteso, quanto difficilmente spiegabile a caldo. A mente lucida, dobbiamo invece iniziare seriamente a preoccuparci, perché dopo ben sedici giornate di campionato, appare quasi certo il fallimento di Zeman in termini di assemblaggio, rispetto a una Rosa non esattamente composta da atleti in grado di comprenderne e applicare il noto credo calcistico.
Il “mitico” Pescara della favolosa stagione 2011/2012, al termine della sedicesima giornata poteva vantare un bottino di ben 32 punti, rispetto ai 20 attuali. Un confronto impietoso che, purtroppo, ci consegna le chiavi di lettura migliori per anticipare l’impossibilità di poter rivivere, almeno in massima parte, quel miracolo sportivo. A questa squadra manca soprattutto la compattezza dello spogliatoio. I campionati si vincono esclusivamente quando ogni elemento dell’organico, a prescindere se scenda o no in campo, si sente parte integrante del progetto. In questo caso, all’esatto opposto, quasi metà dei componenti ha già mentalmente preparato le valigie, in attesa del mercato invernale. Non poche le esternazioni finora esplicitate e poi, almeno per salvare la faccia, parzialmente rientrate. Fiorillo, Zampano, Pinsoglio, Fornasier, Benali, fra coloro che si sono lamentati, seppur in tempi e modi diversi, dei mancati utilizzi o cessioni. Poi ce ne sono diversi che, anche senza dichiarazioni ufficiali, mordono il freno, come Ganz, Báez o Cappelluzzo. Aggiungiamo i “malati cronici”, quali Campagnaro, Cocco, Latte Lath e Selasi. Terminiamo, infine, con coloro i quali hanno finora fallito e non riusciranno proprio a trovare spazio nel modulo zemaniano: parliamo di Coulibaly e Kanouté.
Non che questo elenco debba sorprenderci più di tanto, giacché durante l’estate sono state ben altre le indicazioni che il boemo aveva fornito alla Società. La quale avrà, probabilmente, anche tentato di accontentarlo (vedi l’acquisto di Ganz, fortemente voluto e cercato dall’allenatore), ma senza preoccuparsi più di tanto per esserci riuscita solo in minima parte. Anche il discorso delle mancate cessioni, pure quelle richieste, proprio per evitare sovraffollamenti in alcuni ruoli e sgraditi mal di pancia consequenziali, ha condizionato quest’avvio di stagione. Purtroppo il vero padrone del calcio moderno, in altre parole il Bilancio e le sue plusvalenze da realizzare, non consente le (s)vendite sotto costo, costringendo tanti calciatori a scaldare panchine e tribune per mesi, se non per anni, per la disperazione dei tecnici, che non possono allenare chi vorrebbero. Vogliamo scrivere che la crisi del Calcio italiano passa anche per gli artifizi contabili dei presidenti? Sì, diciamolo pure, anche se non per colpevolizzare qualcuno in particolare, bensì per fornire l’ennesimo tentativo di spiegare i motivi, che non consentiranno, la prossima estate, a una squadra con quattro stellette cucite sul petto, di partecipare a un Mondiale dove saranno ben 32 le Nazioni presenti.
Tornando ai fatti biancazzurri, vale la pena rilevare lo scarso rendimento, in terra ligure, di alcuni elementi che avevano invece davvero impressionato, positivamente, solo sette giorni prima contro la Pro Vercelli, ovvero un avversario in sostanza equivalente allo Spezia. Primo fra tutti il difensore Marco Perrotta, irriconoscibile! Attento, preciso e determinato contro i piemontesi, assolutamente impacciato e sempre fuori tempo, negli interventi, l’altro ieri. Anche Fornasier, Carraro, Brugman, Mancuso e Capone sono apparsi le brutte fotocopie di quelli visti in precedenza. Lasciamo al tecnico, se vorrà e potrà, l’incarico di spiegare come sia in grado una squadra mostrarsi “dottor Jekyll e mister Hyde”, così spesso e repentinamente. In proposito ci sembra, però, che lo Zeman attuale sia ormai solo un bello, ma lontano ricordo, rispetto a quello di alcune stagioni or sono. Forse l’età, magari anche la raggiunta consapevolezza che il Calcio è davvero cambiato in peggio, senza più spazio per voli pindarici e romanticismi, ma non è più lo stesso allenatore che conoscevamo. Le sue dichiarazioni post gara e durante la settimana, non convincono e non caricano l’ambiente, anzi, aumentano i dubbi e seminano malcontenti.
In questa situazione preoccupante, che non lascia ben sperare per il proseguimento del campionato, domani sera il Delfino scenderà nuovamente in campo, sempre in terra ligure, ma contro un avversario di ben altro spessore: la Sampdoria degli ex Torreira e Caprari, allenata dall’abruzzese adottivo Marco Giampaolo, per il quarto turno di Coppa Italia. I doriani, reduci anche loro da una brutta sconfitta (3-0 a Bologna), seguente la prestazione da favola contro i sei volte Campioni d’Italia della Juventus, nel turno precedente, schiereranno di certo molte riserve. Ipotizziamo un incontro ricco di reti e spettacolare, che ci auguriamo possa rilanciare, in termini motivazionali, il rendimento dei biancazzurri, attesi sabato prossimo da una gara, a questo punto fondamentale, in casa contro la Ternana, ieri pomeriggio rimontata dal Perugia proprio allo scadere, nel derby umbro, posticipo domenicale. E’ indispensabile mettere più punti possibili nel carniere, poi a gennaio, il mercato deciderà ineluttabilmente le sorti di questo Pescara e i tifosi non possono che augurarsi lo faccia in termini migliorativi.