Blue Economy: modello di sviluppo che imita il ciclo della natura.

Maria Luisa Abate
10/06/2017
Ambiente
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Pescara, 10 giugno, Sala del Consiglio Comunale, organizzato da 5 stelle, un interessante incontro su una materia che sarà il futuro della nostra terra la Blue Economy.

La Blue economy è quella scienza che studia la natura e la imita nel riutilizzo e riciclo dei rifiuti con l’obiettivo di creare business e benessere.

Come possono convivere business e benessere naturale? Semplice prendendo ad esempio la stessa natura imitandola. In natura non esistono rifiuti, ogni scarto che si produce viene riciclato ed utilizzato.

I lunghi anni di consumismo hanno portato le persone ad utilizzare gli oggetti solo per il tempo indispensabile e poi abbandonarli tra i rifiuti. Le discariche sono aumentate fino ad arrivare ad avere cumuli di immondizia pericolosa ed inquinante.

Eppure ancora molto si può fare, ha detto il dr Martin A. Blake, proprio utilizzando questa scienza.

Il dott. Blake ha illustrato il metodo partendo dal perché è stato usato il colore blu, ebbene, se si guarda la terra da lontano, così come fecero per primi gli astronauti, il colore prevalente è il blu, quindi si può ben dire che anche la natura è identificabile con questo colore.

L’importanza di questa metodologia scientifica è il criterio olistico che si utilizza nella sua applicazione. Olistico proprio nel concetto che, nel sistema natura, ogni sottosistema è collegato e dipendente, per cui, si crea una catena e una connessione tra di essi e quindi un’azione di uno prevede e suscita una reazione a catena ed il sistema lavora insieme e contemporaneamente.

Lo studio di ciò che accade in natura ha fatto capovolgere il concetto di business e di produzione. Se per produrre dei prodotti agricoli bisogna approvvigionarsi dell’indispensabile e costosa acqua, la si produce in un ciclo continuo che mette insieme tutti gli elementi naturali facendoli appunto lavorare contemporaneamente con effetto a cascata.

Già dei progetti, come quello della produzione dell’acqua, sono stati realizzati e molti ancora se ne potranno fare.

Dall’immondizia non rifiuti ma ricchezze con l’utilizzo dei prodotti come beni di grande valore.

D’altra parte, come non ricordare che in una casa non si buttava niente, si riciclava tutto fino al consumo totale dell’oggetto sia se era commestibile sia se era di uso comune.

Il futuro, quindi, ha detto il dott. Blake è nella riutilizzazione e riconversione dei prodotti e dall’utilizzo intelligente del ciclo naturale, imitiamo la natura che, quando non è predata e distrutta, dona agli esseri umani salute e ricchezza.

Ha presentato il progetto INGAIA Guido Gerletti e Stefano Murgo ha illustrato un progetto di democrazia diretta sulla Blue Economy.

Hanno presenziato e discusso l’argomento Domenico Pettinari, consigliere regionale, Gianluca Vacca, deputato e Massimiliano Di Pillo, consigliere comunale

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