Importantissima scoperta storica e letteraria comunicata al mondo accademico dalla Soprintendenza alle Belle Arti della Regione Lombardia, che in qualche modo coinvolge anche Pescara, giacché riguarda la più illustre fra le personalità cui ha dato i natali: Gabriele D’Annunzio.
Nel corso dei lavori d’impermeabilizzazione che da alcune settimane stanno interessando il Museo D’Annunzio Segreto, all’interno del celebre Vittoriale, è stato trovato un inedito carteggio del Vate. Le pagine, purtroppo non in buono stato di conservazione, sono state analizzate e lette solo in parte, ma portano in calce l’inequivocabile firma di D’Annunzio.
A detta degli esperti che hanno iniziato a studiarlo solo da pochi giorni, dovrebbe trattarsi di uno scambio epistolare fra il Nostro e un rilevante personaggio, suo amico, originario di Praga. Kendez Manze, questo il suo nome, una sorta di manager ante litteram, pare fosse stato contattato dai responsabili di un’importante società pescarese in gravi difficoltà, affinché riuscisse a risolverne nuovamente i problemi, anche su consiglio dello stesso scrittore, poiché già cinque anni prima pare avesse realizzato, in pochi mesi, un eccellente lavoro.
Da quanto finora è emerso, sembrerebbe che il Vate ne fosse colpito, in particolare, per le sue doti innovative e i suoi metodi unici, per l’epoca. L’esperto professionista dell’Est Europa si circondava di un gruppo di abili artigiani, cui sembra affidasse dei compiti ben precisi e che gli stessi fossero in grado di eseguire in maniera perfetta. Dopo aver studiato il problema, si preparavano ad affrontarlo, sotto la guida del Manze, con un maniacale e certosino addestramento. Quattro di loro si occupavano di evitare che la società subisse nuovi danni, mentre altri tre, i più preparati, si comportavano come una sorta di ragionieri specializzati nel fornire il giusto materiale agli ultimi tre, che avevano il compito di dare uno scopo all’intero lavoro del gruppo.
Queste, in sintesi, le notizie che sono state, per ora, rese pubbliche, oltre all’unica frase, finora tradotta in italiano, che Kendez Manze scrisse a D’Annunzio, molto ben rappresentandolo, alla luce di quanto sopra enunciato: “Talvolta i perdenti hanno insegnato più dei vincenti. Penso di aver dato qualcosa di più e di diverso alla gente”. Non resta che attendere con grande curiosità ciò che gli esperti riusciranno ancora a scoprire, poiché gli stessi hanno dichiarato con discreta sicurezza che il ruolo di questo, finora oscuro, personaggio, potrebbe consegnare alla nostra città, nuovo motivo di orgoglio e prestigio. Vi terremo informati.