Aggiornamento 18:50
La lite di oggi è una delle tante che vanno avanti ormai da tempo tra due lontani parenti dello stesos condominio.
Una delle due persone coinvolte è un 42 enne serbo, da tempo residente in Italia, era con i due figli nell'automobile rimasta danneggiata in attesa della moglie.
L'altra persona coinvolta, un 42enne italiano, ha iniziato ad inveire contro il serbo lanciando dal balcone pezzi di scooter tra cui una marmitta e dei bulloniche hanno frantumato il parabrezza dell'auto.
Smentiti i colpi di armi da fuoco. Inizialmente si era parlato di armi da fuoco, la notizia però non era stata confermata e infatti, successivamente, nell'abitazione dell'italiano, indagato in stato di libertà per lesioni, minacce e danneggiamento, sono stati trovati petardi che probabilmente sono stati esplosi a scopo intimidatorio.
I due figli del serbo, di 15 e 18 anni, sono stati medicati in ospedale per lievi ferite ed escoriazioni insieme all'altra figlia di 7 anni in stato di shock. Sul posto sono intervenuti oltre al 118 anche la Polizia e la Polizia scientifica.
Una rissa, questa mattina, ha movimentato la città di Pescara, intorno alle 9.30 in zona case popolari di via Aldo Moro.
Secondo le prime indiscrezioni un uomo, in seguito ad una lite familiare, avrebbe gettato del materiale da un balcone colpendo una Ford Ka grigia frantumandone il parabrezza.
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, sarebbe stato fermato e portato in Questura dalla Polizia intervenuta immediatamente “in loco”. Ci sarebbe tra i feriti una bambina di 5 anni circa, che era sola in macchina; la piccina è stata portata in ospedale per le schegge del vetro che le hanno colpito il volto.
I residenti hanno riferito di aver sentito dei colpi d’arma da fuoco: secondo un testimone un uomo avrebbe sparato dal primo piano, e anche la marmitta sarebbe stata lanciata dal primo piano, ma al momento è tutto da verificare. Gli agenti, infatti, stanno perquisendo l’appartamento.
Il proprietario dell’auto sarebbe uno straniero, e la lite sarebbe scaturita da una discussione tra l’aggressore e i figli della vittima.