“La giunta Alessandrini cancella il teatro dal progetto di riqualificazione delle aree di risulta e lo sostituisce con negozi, ristoranti e abitazioni. È l’ultima delle scelte assurde e inconcepibili di un programma di intervento che, paradossalmente, verrà finanziato pure con soldi pubblici, ben 12milioni di euro previsti nel Master Plan, e che ha tagliato fuori una fetta importante della nostra economia. Se per il Pd il Teatro non è una priorità, peraltro smentendo il mentore del sindaco Alessandrini, alias il governatore D’Alfonso, lo sarà per le centinaia di piccole e medie compagnie artistiche locali che da decenni attendono una struttura decorosa, degna di questo nome, e che di nuovo verranno lasciate a bocca asciutta, compagnie dalle quali ora mi aspetto però un rigurgito di coscienza”.
È il commento del Coordinatore cittadino di Forza Italia Guido Cerolini alle prime notizie inerenti la presentazione del progetto della Sinloc per la riqualificazione delle aree di risulta.
“La presunta ‘sostenibilità finanziaria’ dell’intervento non può calpestare i diritti e le aspettative di un’intera città che da anni attende che venga dato un volto, una destinazione e una dignità a 13 ettari di superficie, situati in pieno centro cittadino, dopo lo spostamento della ferrovia – ha ricordato il Coordinatore Cerolini -. Tredici ettari che per anni hanno versato in condizioni di degrado totale, e che solo i tre distinti interventi dell’amministrazione di centro-destra hanno comunque sistemato in modo da renderli adeguati a ospitare i parcheggi a raso, in attesa di una riqualificazione definitiva. Tanti sono i buchi neri della proposta Alessandrini: innanzitutto il numero dei posti auto, che passano dai quasi 3mila oggi esistenti su quelle aree, e già insufficienti in alcuni periodi dell’anno, e dai 3mila previsti dal centro-destra, a circa 1600, una scelta assurda e improponibile, che va contro gli interessi del territorio. Ma ciò che ci sconvolge è la previsione urbanistica decisa per l’area, ovvero: il Consiglio comunale si è già ampiamente e ripetutamente espresso sulla futura destinazione di quella superficie, destinata a ospitare verde urbano, parcheggi, terminal bus, viabilità e il teatro. Una destinazione più volte votata con appositi ordini del giorno e delibere dall’assemblea civica, senza dimenticare che l’ex sindaco D’Alfonso aveva addirittura trasformato quel verde urbano in un bosco in piena città.
Ora il sindaco Alessandrini ha preso una spugna e ha cancellato la fetta caratterizzante dell’intervento, ovvero ha cancellato il teatro, ‘spuntato dal progetto perché non ci sono le risorse’, come ha detto il sindaco Alessandrini, una struttura che avrebbe dovuto dare un segno tipico alla città, sicuramente sotto il profilo monumentale, ma soprattutto sotto il profilo della funzionalità, visto che a Pescara un teatro non c’è e lo sanno bene tutti quei giovani, o anche meno giovani, che hanno deciso di tentare la strada dello spettacolo come professione, ma non hanno luoghi per la propria arte, costretti ad appoggiarsi a piccole strutture, come il Matta, aperto però solo dal 2010, o a ripiegare sui vecchi cinema, come il Massimo o il Circus. Che però non sono dei teatri, con tutte le mancanze annesse. Né è pensabile che la domanda di spazi venga soddisfatta dal Michetti, se e quando tornerà a essere agibile e fruibile, vista la lentezza degli appalti. Una struttura di appena 200 posti non è sicuramente pensabile possa svolgere la funzione di un teatro da almeno mille posti, così come da sempre è stato pensato quello previsto sulle aree di risulta. Un’opera, peraltro, che a più riprese sia la Confcommercio che la Fondazione PescarAbruzzo si sono offerte di finanziare e realizzare, oltre che di gestire. Ma, la cosa più assurda e inaccettabile, è che il sindaco Alessandrini abbia sostituito quel teatro con abitazioni, negozi, ristoranti e atélier, semplicemente trasferendo le cubature sul settore dell’edilizia privata e cancellando l’edilizia culturale, una scelta politica che ci dà l’esatta misura della vocazione dell’amministrazione comunale Pd. Fra l’altro pensare di costruire una nuova galleria commerciale in pieno centro, significa dare il colpo mortale all’attuale centro commerciale naturale già esistente, che non avrà alcuna speranza di sopravvivenza. Al contrario i nuovi parcheggi sulle aree di risulta sono da sempre stati pensati e progettati proprio come funzionali e a servizio del centro commerciale già esistente, dunque corso Vittorio Emanuele, corso Umberto, e traverse. E su questo mi aspetto la reazione delle Associazioni di categoria, che non possono assistere a un tale scempio in vergognoso e colpevole silenzio. Soprattutto se pensiamo che nei piani del sindaco Alessandrini si ripropone la folle idea di cedere al privato-partner dell’intervento la gestione di tutti i parcheggi a pagamento del centro cittadino per vent’anni, con l’applicazione delle tariffe utili a produrre incassi per consentirgli di rientrare con le eventuali spese che andrà a sostenere, esattamente come avrebbe voluto fare l’ex sindaco D’Alfonso, ipotesi che il centro-destra è riuscito a scongiurare anni fa. In questo caso, infatti, che fine farà la società Pescara Parcheggi e che fine faranno i suoi dipendenti. Ovviamente non riteniamo accettabili simili proposte – ha preannunciato il Coordinatore Cerolini – ed è chiaro che la proposta Alessandrini non ha le gambe per camminare”.