“Vizi e Virtù nell’Arte” in mostra al Museo “Vittoria Colonna” di Pescara

Mostra personale di Bruno Ceccobelli

Leonardo Paglialonga
06/06/2016
Arte
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Sabato 4 giugno alle ore 17,30 si è inaugurata al Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” di Pescara la mostra di arti visive dal titolo “Vizi e Virtù nell’Arte” a cura di Alessandra Angelucci. La manifestazione, promossa dall’associazione culturale P.A.E. Pescarartevoluzione in collaborazione con l’associazione culturale “Don Quijotte”, ospita anche una personale di Bruno Ceccobelli curata da Gian Ruggero Manzoni. Alla conferenza inaugurale sono intervenuti, oltre ai curatori, Concetta Meri Leone, che ha fatto da moderatrice, e Giancarlo Costanzo, ideatore e art director dell’evento al quale ha partecipato un pubblico numeroso e qualificato.

“Tematica molto interessante quella dei Vizi e delle Virtù in ambito creativo – sostiene Gian Ruggero Manzoni - , contemplata fin dall’antichità e svolta in base alle credenze, alle fedi, alle visioni del mondo che gli artisti avevano. Quindi il chiamare 65 operatori ad esprimersi, in tre sezioni (pittura, scultura e fotografia), tenendo presente tali soggetti, in modo da dare vita a una collettiva oltremodo articolata, è stata iniziativa pregevole”. Lo stare insieme nell’arte, la collaborazione fra addetti di settore rappresenta un giusto operare contro l’individualismo esasperato presente non soltanto nell’arte, ma anche e soprattutto a livello sociale. Dunque – continua Manzoni “il confrontarsi, sfruttando temi comuni, diviene pratica accrescitiva, stimolante, oltremodo significativa e importante”.

Ma “parlare di vizi e di virtù – precisa Alessandra Angelucci significa orientare la riflessione verso quella oscillazione dicotomica che si gioca fra la repulsione e l’attrazione, fra la trasgressione del lecito e la devozione del bello che diviene simulacro. Fra una precaria moralità e un’etica che si rimodula, oggi, secondo i bisogni di una contemporaneità in divenire”. Dunque il vizio, insito nella condizione umana di ogni tempo, nasce con l’uomo, segue l’istinto o va contro natura. Concetto che rimanda all’idea di peccato, del contraddittorio e che implica, secondo l’etica, la rottura dell’equilibrio uomo/natura. “Parlare di vizi e di virtù – continua Angelucci porta a considerare l’intreccio noto del sacro e profano, l’alternativa escatologica salvezza/dannazione che fu al centro del discorso morale già avviato nel Medioevo dalla Patristica e dai chierici”. E quindi i sette vizi capitali a cui si contrappongono le sette virtù, cardinali e teologali: da una parte abbiamo ad esempio la Disperazione, l’Invidia, l’Idolatria, l’Ingiustizia, la Stoltezza (vizi che secondo la dottrina cristiana precludono lo stato di grazia); dall’altra la Prudenza, la Fortezza, la Temperanza, la Giustizia che insieme alla Fede, alla Speranza e alla Carità indicano la direzione del retto agire umano. La storia dell’arte testimonia in lungo e per largo opere d’arte ispirate a queste tematiche. Su tutto ciò hanno riflettuto gli artisti invitati che hanno offerto al pubblico personali interpretazioni estetiche mediante linguaggi espressivi diversi tra loro ma comunque votati alla contemporaneità.

Discorso a parte merita la mostra personale di Bruno Ceccobelli curata, come si è detto, da Gian Ruggero Manzoni e allestita al primo piano del Museo “Vittoria Colonna” di Pescara. 13 opere, alcune di grande formato, documentate da un pregevole catalogo dal titolo “Occhio solare”. Nella prefazione il critico d’arte Manzoni parla di una componente spirituale (“oltreumana”) nell’arte di Ceccobelli, che si rifà ai “saperi tradizionali”, quelli non dominati dall’esasperata efficienza e dalla produttività industriale e post industriale. Nella sua “narrazione” artistica l’Autore usa un suo “vocabolario” per trasmettere i contenuti primari del nostro sapere, della nostra conoscenza con una indubbia valenza di ordine “razionalmente etico”. La sua è una ricerca di matrice teosofica, con una particolare attenzione all’antica civiltà egizia con le sue divinità che guidano i faraoni: in particolare Horsus, il falco divino, il dio del cielo che aveva il sole come occhio destro e la luna come occhio sinistro (di qui il ciclo di opere intitolato “L’occhio solare”). Tale divinità con il suo occhio destro, quello appunto solare, poteva entrare in certe dimensioni sconosciute che permettevano di accedere a ciò che veniva definito “energia oscura”. Dunque l’indagine dell’artista sembra voler attraversare la materia, trascenderla per raggiungere lo spirito, l’Essere nel suo divenire alla ricerca dell’energia del creato, dell’universale, dove il buio diventa luce, dove l’ignoto rivela pian piano parte della sua essenza cosmica.

La mostra che sta registrando ampi consensi di pubblico e di critica specializzata proseguirà fino al 25 giugno e potrà essere visitata negli orari di apertura del Museo.

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