Condivido quanto dichiarato oggi a Pescara dal magistrato palermitano Nino Di Matteo riguardo alla prescrizione. Non c'è solo un problema di durata di legislazione nazionale, ben evidenziato da Di Matteo, che deriva dall'eredità berlusconiana di cui hanno beneficiato corrotti di tutti gli schieramenti.
C'è anche una spregiudicatezza che gode di ampie complicità e connivenze anche tra coloro che magari poi vanno a insignire della cittadinanza onoraria Di Matteo.
E' diventata prassi spacciare la prescrizione come assoluzione e consentire a chi si è avvalso della prescrizione di rientrare nella vita pubblica come se fosse immacolato.
Alla prescrizione si può anche rinunciare e nel caso un processo riguardi chi gestisce la cosa pubblica sarebbe doveroso. Era quanto sosteneva un tempo la stessa commissione di garanzia nazionale del PD sul caso Penati che poi "dimenticò" però di rinunciare.
In Abruzzo abbiamo casi celebri: dal Presidente della Regione D'alfonso fino all'ex-sindaco di Montesilvano Cantagallo che ormai è tornato in politica nel PD (mi scuso per quelli che dimentico ma l'elenco è probabilmente lungo).
Anche nel riferire delle vicende giudiziarie sovente si dimentica da parte degli organi di informazione di precisare questa cosa.
La cultura della legalità si fa strada innanzitutto avendo il coraggio di dire la verità.
Il magistrato Di Matteo è stato oggi all'Aurum dove ha ricevuto la cittadinanza onoraria dei Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore.