Dopo giorni di proteste per l'abbandono, da parte di Ryanair, degli aeroporti di Pescara, Alghero e Crotone, per i 3 scali sembra aprirsi uno spiraglio che lascia entrare ossigeno.
La notizia arriva direttamente da John Alborante, responsabile della comunicazione e del marketing della compagnia irlandese, il quale ha annunciato:
Se il Governo rivedesse le sue decisioni siamo pronti anche noi a rivedere la nostra posizione.
Il riferimento di Alborante è all'aumento delle tasse aeroportuali decise dal Governo. Ryanair, nel caso in cui queste tasse venissero eliminate, sarebbe disposta a tornare sui sui passi.
In una lettera inviata alla Sogeaal, l'equivalente della SAGA ad Alghero, Alborante dichiara:
per le compagnie aeree tradizionali, i cui biglietti costano anche centinaia di euro, è normale far ricadere gli aumenti di tasse sul consumatore, mentre per una compagnia che vende biglietti anche a 4 euro e 99 centesimi e non addebita ai clienti tasse aeroportuali l'incremento di una tassa può rappresentare anche un irragionevole aumento del 50%.
Non crediamo - continua Alborante - sia giusto costringere i privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli, come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (ma peggio ancora quando diventano private) in perdita
Fonti Ansa, interne al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, affermerebbero si stanno studiando delle ipotesi per ridurre la ormai famigerata tassa e che l'aumento sia figlio di accordi presi dai precedenti governi e che «le minacce di interruzione dei servizi non sono utili a trovare una soluzione».
Dal lato Abruzzo è intervenuto il presidente SAGA, Nicola Mattoscio, che ha affermato come il contributo al PIL regionale, prodotto dall'Aeroporto d'Abruzzo, sia fondamentale in quanto si aggira tra i 750milioni e il miliardo di euro. Per questo motivo si lavorerà per risolvere il problema, anche attraverso un fondo privato, per non far andare la compagnia che trasporta oltre l'80% dei passeggeri dell'aeroporto di Pescara.
Sul Caso Ryanair è intervenuta anche Confesercenti Abruzzo il cui direttore, Enzo Giammarino, in una nota ha espresso stupore per quanto le istituzioni e le rappresentanze economiche e sociali non abbiano capito la gravità della situazone per la quale chiede soluzioni e certezze già dalle prossime ore.
In ballo c'è il presente e il futuro di 9.660 imprese turistiche e di oltre 21.000 addetti. Ci saremmo aspettati una diversa attenzione da parte sia delle istituzioni sia dell'intera rappresentanza economica e sociale, che invece solo in parte ha compreso la gravità di questa partita, come se i posti di lavoro del turismo fossero di serie B rispetto ad altri segmenti.
Ryanair non è il giocattolo degli abruzzesi che vogliono andare all'estero: è direttamente e indirettamente l'alimentatore di una forza lavoro grande quanto le industrie in Val di Sangro.
E' indispensabile che fin dalle prossime ore ci sia certezza sui collegamenti aerei futuri perché con la stagione alle porte non possiamo permetterci di lanciare messaggi di smobilitazione. Ci aspettiamo ora - conclude - una reazione immediata e rapida da parte di tutti i soggetti istituzionali, nessuno escluso.