Si è inaugurata sabato 16 gennaio alle 16,30 presso il Circolo Aternino di Pescara in piazza Garibaldi, la mostra personale di pittura e scultura dell’artista Maria Grazia Di Biase dal titolo “Nell’arco di un tempo”. Alla conferenza inaugurale, di fronte ad un pubblico nutrito, sono intervenuti oltre all’artista, la dott.ssa Marialuisa De Santis, in qualità di curatrice della mostra e del relativo catalogo realizzato ad hoc, l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Pescara la dott.ssa Sandra Santavenere, che ha dato il saluto istituzionale alla manifestazione, la dott.ssa Federica De Lucia che ha presentato e introdotto l’evento.
In mostra numerosi quadri e sculture dell’artista pescarese per una sola dedica: “A Francesca”, la figlia scomparsa prematuramente, ma “in realtà presente in ogni opera, in ogni colore, in ogni carta lavorata e incollata con amore paziente, in ogni sguardo di chi guarderà le opere di Maria Grazia”. Ed è proprio il quadro intitolato “A Francesca” che primeggia ed incoraggia il visitatore a proseguire nella rassegna delle opere esposte, quasi un modo per entrare nel mondo della sua produzione artistica, ricordare quel volto femmineo, etereo, solare, dai colori avvolgenti, ed accostarsi con discrezione alle sue opere, che così risultano essere “frammenti d’eternità”, preghiere per l’anima che si rifugiano nella naturalità, nel sogno del Creato, come ad esempio nella serie de “I mille volti della luna”, o ne “L’albero dei ricordi”, o nella “Natura selvaggia”. Quello che appare evidente nell’opera di Maria Grazia Di Biase è un’indagine intorno al tempo, alla sua ciclicità, ai corsi e ricorsi storici. Una personalità complessa e sensibile, che usa anche il linguaggio della parola, della poesia, per fantasticare, sognare un mondo ideale, quale rifugio al dolore, alle amenità dell’esistenza, perdendosi – come lei dice – “nel mare dei ricordi, nei momenti privi di colore”, alla ricerca di “attimi di libertà”. Ma l’uso del colore, da lei opportunamente studiato alla scuola di Massacesi, si rende presente nella ricerca artistica per colorare questi sogni, questi impeti dell’anima, in un connubio con la tecnica del collage per dare il più possibile matericità e potenza ai lavori. Nel quadro dal titolo “Libertà” emerge, ad esempio, il desiderio recondito di giungere ad una realtà sociale, ma forse anche personale, libera da condizionamenti, impacchettamenti, costrizioni mentali, tipiche delle sovrastrutture presenti nella società contemporanea. E allora si spiega lo squarcio realizzato nell’opera dove c’è un impeto dell’animo, un sussulto interiore verso la bellezza, l’armonia, “il profumo del mare”, “il dolce sapore di Natale”, essendo però lei conscia della temporaneità di queste sensazioni e che la vita, in tutte le sue stagioni, implica sacrificio e rischio di perdersi, di fare “passi titubanti”. E allora fuori dai trambusti cittadini, Maria Grazia Di Biase si affida al silenzio che per lei è “colore, danza, cuore, che accoglie un mistero infinito”.
Di natura diversa sono le sculture, prevalentemente in terracotta, talune più variopinte, come il “Guerriero Xian”, altre più statiche, dall’effetto bronzato, che rimandano ad atmosfere africane, o meglio egizie, per la compostezza ed il rigore dei tratti somatici, che celano intenti di combattività, come nella “Guerriera” o nella “Cacciatrice”. Sembra che l’artista, nel suo bisogno di modellare, voglia dare a se stessa delle regole, accettandone i criteri e le logiche sottese, perché l’arte è sì libertà, ma è anche criterio. E quindi il desiderio di materializzare i sogni non solo con la bidimensionalità del quadro, ma anche con la tridimensione della scultura.
La mostra potrà essere visitata fino al 23 gennaio al Circolo Aternino di Pescara in piazza Garibaldi, tutti i giorni dalle 16,30 alle 21,30.