Che le mafie italiane siano radicate in tutto lo Stivale ed anche all'estero è arcinoto. Così come si può affermare che la 'ndrangheta è forse la mafia più pericolosa in Italia e quella più conosciuta nel mondo per i suoi forti legami con le mafie straniere, soprattutto nel Sud America.
Se a Pescara e in Abruzzo la 'ndrangheta operi incontrollata non possiamo darlo per certo, ma sospettare intrecci e insediamenti in Abruzzo rimane lecito. E' per questo che di mafie è importante parlarne, anche a Pescara, città che non è comunque immune alla criminalità.
Un'occasione per discuterne sarà giovedì 3 dicembre alle 18 al Comune con la presentazione del libro "DON - la 'ndrangheta mai raccontata" di Saverio Occhiuto, classe '54, calabrese ma adottato dall'Abruzzo, giornalista professionista, ex cronista de "il Centro". Il libro, edito da "De Siena" è stato pubblicato nel mese di settembre scorso. La prefazione è di Francesco La Licata, giornalista palermitano de "La Stampa" che sarà presente al dibattito insieme all'autore. E interverrà anche Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, ammazzato da Cosa Nostra nel '92, in qualità di presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone. Inoltre parteciperanno: il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini; il presidente del Consiglio Comunale, Antonio Blasioli; il vice sindaco dell'Aquila, Nicola Trifuoggi. A moderare sarà Claudio Valente, giornalista.
Con questo libro, Occhiuto, ha voluto spiegare come la ‘ndrangheta, al pari delle altre mafie italiane, ha rappresentato una risposta all'abbandono e all'assenza dello Stato che sin dall'Unità d'Italia hanno caratterizzato le regioni meridionali. Dove quindi non c'è lo Stato, le mafie penetrano. Il volume racconta il fenomeno e il modello ndranghetista sul piano storico e sociologico.