MumArt propone in mostra al Museo Michetti di Francavilla al Mare le opere di Pio Serfini, Patrizio Moscardelli e Carlo Gentili

Leonardo Paglialonga
29/10/2015
Arte
Condividi su:


Dopo il successo dell’inaugurazione della Università della libera Età di Francavilla al Mare, alla quale hanno partecipato più di 200 persone, martedì 27 ottobre alle 16,30 presso il Museo Michetti di Francavilla si è tenuta la seconda lezione della Ule, coordinata dal professor Massimo Pasqualone. Bruno Imbastaro ha parlato di Cinema con una lezione su “I leoni d’Oro” di Venezia, mentre per MumArt, giunta alla seconda edizione e nata da una idea di Sandro Lucio Giardinelli, Roberto Di Giampaolo, presidente dell’associazione “Lejo”, ha presentato tre artisti marchigiani: Pio Serafini, Patrizio Moscardelli e Carlo Gentili, che esporranno le loro opere nella Sala Conferenze del prestigioso Museo Michetti di Francavilla al Mare fino al 3 novembre. La mostra potrà essere visitata negli orari di apertura del Museo.

“Artisti con tre anime diverse, ma in sintonia tra di loro” – così dice Roberto Di Giampaolo – “in cui l’elemento unificante è il colore, espressione del sentimento, dell’anima dell’artista, anche se con esiti diversi, per un soggetto che è un pretesto, per un concetto di contrapposizione armonica tra colori e forme. Accomuna lo sforzo artistico dei pittori in esame il messaggio di denuncia sociale, dei diritti umani calpestati, specie in Paesi lontani dalla nostra realtà quotidiana”. Artisti a confronto che sperimentano la loro arte in tutta libertà per esprimere il loro pensiero. “Tutto ciò si compie e si conclude necessariamente” - ribadisce Roberto Di Giampaolo – con l’osservazione dell’opera d’arte, che insegna più di ogni manuale ciò che l’artista vuole trasmettere ai fruitori della sua opera”. “Comunque per interpretare un’opera” – chiarisce Sandro Lucio Giardinelli – “occorre calarsi nell’umanità e nella storia dell’artista, per comprenderne appieno la sua poetica artistica”. Come per le colombe di Carlo Gentili, che si divincolano tra i fili spinati e che indicano il desiderio della pace, senza mai perdere la speranza. Dei suoi cavalli, simbolo della difesa della natura e della storia delle tradizioni passate. Materia, luce e colore in Moscardelli, battezzato come il “pittore delle cravatte”o “delle nuvole”, che dà il suo contributo originale alla mostra. “Arte come motivo di amicizia o d’incontro” – dice Pio Serafini – “per tre modi di vedere l’arte, accumunati dall’unico studio del colore. Senso di solitudine che si inserisce nella speranza del vivere, della bellezza della vita”. Dietro l’artista c’è sempre e comunque l’uomo, che ha qualcosa da dire, da comunicare e questi artisti sono riusciti a darci delle emozioni profonde da vivere e da condividere.

 

Leggi altre notizie su Pescara News
Condividi su: