Luigi Soldati nacque a Pescosansonesco (PE) in via Castello, il 13 dicembre 1888, da Eugenio (venticinquenne "segretario") e da Teresa Cerchiari.
Dopo i primi anni passati a Pescosansonesco seguendo i suoi genitori visse la fanciullezza nelle Puglie. Poi raggiunse Crema e lì visse, alternando la sua residenza con Cremona, fino alla fine dei suoi giorni Luigi divenne maestro elementare. Ma fu, soprattutto, apprezzato poeta e scrittore.
Autore di sei volumi di versi e due lavori per il teatro. I suoi lavori principali furono:
- "Armonie" 1913;
- "Il nostro tormento" poesie (Milano, 1925);
- Arione, poesie, segnalato dalla Commissione al Premio Viareggio 1931 (Alassio, 931) ;
- "Voci chiare" poesie (Milano, 1933);
- "Alla mia bimba" 1939;
- "Nel vortice" 1934;
- La vita (poesia);
- "Mazzini" (poesia)
- "L'ultima goccia" (poesia).
Divenne segretario provinciale della costituita "confederazione nazionale fascista dei professionisti e degli artisti".
" Il picco del desiderio": dramma pastorale in un atto di Luigi Soldati, per la musica di Giovanni Piacentini con il libretto che fu stampato a Crema presso la tipografia Vincenzo Moretti nel 1928. Fu cronista del settimanale "La Voce di Crema".
Scrisse sulla rivista "Secolo XX, Fascino Letterario". Studiò alla Scuola Normale di Cremona dove lo ricordavano come: "un mite poeta colorito pascoliano". La rivista "Almanacco degli scrittori nostri di oggi e di domani" a cura di Armando Giordano ospitò spesso note riguardanti Luigi Soldati e una di queste così lo definì: "
Le sue composizioni poetiche denotano facilità d'espressione e copiosità di ispirazione. Buoni i versi di fattura irreprensibile". Partecipò alla Prima Guerra Mondiale e si guadagnò l'etichetta di "poeta in guerra". Un critico dopo l'uscita del libro di poesie "Arione" così scrisse:
"In questi tempi in cui pochi sono i poeti, ma molti quelli che tentano la poesia, dimenticando talvolta di passare per la grammatica, il libro ora uscito è un dono spirituale che va oltre la seducente bellezza della veste letteraria. Luigi Soldati ci ricorda un poco Giovanni Pascoli, per una sua velata malinconia, che è l'ombra della bellezza caduca come le degli alberi. Ma questa è affinità , non imitazione. Luigi Soldati è un'individualità spirituale, non un'ombra; una voce consapevole, non un'eco; è soprattutto un'alta e fine sensibilità . E nulla in lui è comune, né tanto meno volgare".