Partecipa a Pescara News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

A tavola, il tradizionale brodetto di pesce alla pescarese

Intervista ad Annarita Sciarra con un excursus sul tipico piatto abruzzese anche nelle varianti di Vasto e Giulianova

Condividi su:

Il brodetto di pesce, nelle sue tre varianti giuliese, pescarese e vastese, è sicuramente il piatto più iconico della tradizione culinaria della marina abruzzese. Un piatto che affonda le radici nel XIX secolo, quando i motori non esistevano e il mare era solcato dalle paranze. Il brodetto di pesce nasce come un piatto “povero” che i pescatori preparavano a bordo delle imbarcazioni utilizzando i pesci di “scarto”, cioè quelli che, per qualità o dimensioni, non potevano essere venduti nelle “scafette”. 

Il brodetto è oggi tra i piatti più ricercati delle locali tradizioni marinare e rappresenta una delizia tipicamente abruzzese, da tutelare e promuovere in ogni occasione. Questo goloso piatto è dunque caratterizzato dall'impiego di molte varietà di pesce, almeno 9-10, tra cui seppie, triglie, sogliole, palombo, rospo, pannocchie, scorfano, merluzzo e frutti di mare.

In ogni località, poi, la ricetta del brodetto è stata personalizzata in base ad ingredienti e tradizioni che ormai possiamo definire “centenarie”.

La variante pescarese

Nella tradizione pescarese vengono utilizzati merluzzetti, totani, piccole sogliole, scorfani, polpetti e cicale e, soprattutto, quello che lo caratterizza è il fuffillonë.

Lu fuffillonë

In particolare, a differenza delle altre varianti, nel brodetto alla pescarese viene utilizzato “lu fuffillonë” (cioè il peperone dolce che viene fatto seccare, poi leggermente fritto e tritato nel mortaio con il sale). Nelle case di Borgomarino, ogni estate, si vedevano e si vedono tuttora i peperoni dolci infilati con ago e filo e appesi e lasciati essiccare sotto il sole.

Sapore di mare

Inoltre nella tradizione marinara locale si racconta che, quando il pesce era troppo poco, si aggiungessero pezzi di scoglio con attaccate alghe e molluschi. Ci si ingegnava, ma sempre con gusto.

Il brodetto “da Bacone” sul lungomare di Pescara

Annarita Sciarra, che insieme al marito e ai figli è proprietaria del ristorante “da Bacone” sul lungomare di Pescara, ci racconta  segreti e aneddoti del brodetto. Un vero e proprio “must” che di recente è stato apprezzato anche da Zucchero, ospite proprio di Bacone a cena (con tanto di foto diventata virale sui social) dopo aver tenuto un energico concerto allo stadio Adriatico. Inutile dire che il bluesman emiliano ha apprezzato particolarmente le specialità marinare che il ristorante del lungomare nord gli ha preparato.

Come si vede dalle immagini, il brodetto proposto da Bacone associa alle varie delizie ittiche anche alcune fette di pane, che costituiscono l'ideale per fare la “scarpetta” dopo che lo stesso, quasi a mo' di spugna, ha assorbito tutto l'ottimo sugo di pesce che è stato possibile ricavare. Ecco qui di seguito l'intervista che abbiamo realizzato con la signora Sciarra nei giorni scorsi per PescaraNews.net.

Non si contano, negli anni, gli incontri pubblici che hanno avuto l'obiettivo di fare divulgazione su questa specialità tipica, svelandone i segreti e approfondendone persino l'aspetto socioculturale.

Nel marzo 2010, ad esempio, il ristorante Ferri di Vasto ha ospitato, con “Brodetti abruzzesi a confronto: da Vasto a Giulianova”, un evento gastronomico ideato e organizzato dalla condotta Slow Food di Val Vibrata e Giulianova e dedicato al Brodetto di Pesce, che come detto era il piatto povero dei pescatori. La conviviale si divideva in due momenti: “andata” e “ritorno”. Il programma della serata di “andata” prevedeva l'assaggio di due versioni regionali della tradizionale preparazione marinara: il Brodetto alla Giuliese (lu vredòtte) preparato dallo chef dell’hotel ristorante Cristallo di Giulianova Lido, e il Brodetto alla Vastese (lu vrudàtte) preparato dalla trattoria Ferri di Vasto. 

La variante vastese

Il Brodetto alla Vastese, detto in dialetto "lu vrudàtte". La valorizzazione e tutela del "pomodoro mezzotempo di Vasto", produzione tipica del territorio, era al centro di una convenzione firmata nel 2011 dal Comune di Vasto e dall'Agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo (Arssa), ente quest'ultimo che oggi non esiste più. Tra le note salienti del protocollo d'intesa, di durata quinquennale, figuravano attività di ricerca, campi dimostrativi, rapporto diretto con agricoltori e produttori, riconoscimento della tipicità del prodotto e incontri divulgativi.

Una curiosità. Nel 2013 a Milano, in sede di presentazione del premio giornalistico 'Words of Wine' per valorizzare e rilanciare in Europa l'immagine dei vini abruzzesi di qualità a partire dal loro portabandiera, il Montepulciano d'Abruzzo, ci fu un'interessante dichiarazione dello chef Gianfranco Vissani che la dice tutta sul valore del brodetto:

“Il Montepulciano è diventato la ricchezza dell'Abruzzo, e con questa ricchezza dobbiamo lavorarci. Lo possiamo marinare con degli scampi, con delle alicette, possiamo farci una restrizione di vino, oppure usare per il brodetto alla vastese, per esempio, peperoni e Montepulciano d'Abruzzo. Penso che anche Gabriele d'Annunzio avrebbe apprezzato che si parli sempre più di Montepulciano d'Abruzzo”.

Tra Giulianova e Silvi: la variante teramana

Come spiegò il fiduciario Raffaele Grilli, ognuno dei due brodetti (giuliese e vastese) è contraddistinto dalla propria connotazione territoriale. Si ebbe così la possibilità di degustare un antipasto con il pescato del giorno, insieme a vini abruzzesi e olio extravergine di oliva locale. Tuttavia, sempre nel 2010, in occasione della ‘Notte del Mare’ a Silvi si diede alla gente anche la possibilità di provare il “brodetto alla silvarola”: un viaggio attraverso i sapori, i colori ed gli odori tipici della tradizione marinara abruzzese. 

“La Notte del Mare”, infatti, rientrava nel progetto del “Brodetto Marinaresco alla Silvarola” promosso dall’amministrazione comunale di Silvi e finanziato dal Ministero delle Politiche Alimentari. La tradizione, quindi, è stata messa a tavola ed è stato possibile assaggiare i vari piatti tipici marinari, scoprendo questa quarta variante di brodetto sicuramente meno conosciuta ma non per questo meno valida.

Condividi su:

Seguici su Facebook