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Giovane massacrato a Popoli, i Carabinieri arrestano due 25enni

L'agguato il 9 marzo scorso. I militari: "Un ammonimento per la supremazia territoriale"

la redazione
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Arrestati dai Carabinieri i responsabili dell’aggressione al 21enne di Popoli che la notte dello scorso nove marzo è stato malmenato selvaggiamente, finendo in gravi condizioni in ospedale a Pescara (leggi qui l'articolo dell'aggressione). Si tratta di due 25enni di Pratola Peligna e Popoli, accusati di concorso in tentato omicidio e porto abusivo di oggetti idonei per l'offesa. I due sono ai domiciliari.

Secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma, coordinati dal capitano Antonio Di Cristoforo, i 25enni avrebbero pianificato nei minimi dettagli l’agguato: avrebbero pedinato il 21enne, scegliendo come luogo dell’aggressione una strada isolata, in piena notte, per poi prenderlo a calci e pugni e colpirlo con un noccoliere, di quelli vietati.

Il giovane ha avuto la forza di percorrere i cento metri che lo separavano da casa, prima di svenire davanti alla madre che lo ha accompagnato in pronto soccorso, a Popoli. Qui i medici hanno disposto l’immediato trasferimento all’ospedale di Pescara, dove il ventunenne è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico durato sei ore. Il ragazzo è ancora in prognosi riservata.

Sul movente dell’aggressione sono in corso ulteriori accertamenti, ma si va delineando l’ipotesi della violenza fisica come ammonimento forte per la supremazia territoriale. Un quadro che i Carabinieri definiscono “abbastanza preoccupante, specialmente se ricondotto alla pacifica realtà sociale di PopolI”.

“Siamo arrivati a loro - spiega il capitano Di Cristofaro - non per le dichiarazioni della vittima, dal momento che ha perso conoscenza quasi subito dopo l’aggressione e purtroppo è ancora molto grave, né da testimoni: l’azione investigativa si è basata in prevalenza sulle numerose frequentazioni che la vittima aveva, anche fuori provincia. Il quadro che si è presto delineato è stato abbastanza chiaro, tanto da ritenere che alla base della violenza si potesse ipotizzare una questione di stupida ed illogica supremazia territoriale condita dalla arroganza giovanile. Non si esclude che altre persone possano aver preso parte alla spedizione, non certo in qualità di esecutori materiali, piuttosto fornendo un concorso esterno, fatto di informazioni utili che avrebbero poi agevolato la consumazione del reato. Le indagini dei Carabinieri - conclude - proseguono in questa direzione”.

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