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Il Presidente della Pro-Test Italia replica al nostro articolo sul Flash Mob della LAV

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato ricevuto dal Dott. Dario Padovan, Presidente della Pro-Test Italia.

Spettabile Redazione di Pescara News,
Le scriviamo in merito all'articolo, al limite del diffamatorio, da Voi pubblicato (leggi qui l'articolo) in merito al Dott. Renzo Graziosi, veterinario di Green Hill. Da una testata giornalistica seria ci si aspetterebbe la verifica delle affermazioni citate, soprattutto se provenienti da una fonte di parte: fidarsi completamente delle dichiarazioni della LAV per ricostruire le presunte colpe del veterinario di Green Hill (quando ancora non sono nemmeno disponibili le motivazioni della sentenza di primo grado) ci lascia alquanto perplessi, soprattutto quando si sbattono sul giornale nomi e cognomi di persone senza avere nemmeno la decenza di provare a contattare l'interessato.

Per iniziare, l'articolo omette di riportare che la condanna è di primo grado, decisa da un tribunale monocratico e dimentica che, fino a prova contraria, nel nostro ordinamento si è innocenti finché non è concluso tutto l'iter giudiziario (e la recente assoluzione in appello (leggi qui) degli esperti della Commissione Grandi Rischi, dopo la condanna in primo grado, dovrebbe servire come memento).

Ma il massimo della disinformazione è costituita dal fatto che nel virgolettato della LAV da voi pubblicato si fa riferimento a 6023 decessi avvenuti dal 2008 al 2012: una strumentalizzazione vergognosa che la LAV sta facendo bere a tutti i media, ma che nel contesto del Vostro articolo fa intendere al lettore non informato che tali siano i decessi imputabili al Dott. Graziosi.

La questione dei 6023 decessi è spiegata bene in questo articolo: brevemente nel conteggio l'accusa ha inserito anche i decessi dovuti alla normale mortalità da parto della specie: considerando che nel periodo in esame ci sono stati più di 3000 parti si arriva facilmente alla cifra indicata (circa un 20% di mortalità da parto), che è un valore assolutamente normale nella gestione di un allevamento delle dimensioni di Green Hill.

E' invece falso che i beagle siano trattati meglio dopo il sequestro. Il conteggio dei beagle sotto la gestione della LAV (leggi qui), custode giudiziaria dei beagle sequestrati, non torna e la mortalità risultante dai calcoli disponibili agli atti risulta essere molto maggiore (circa un 75% di mortalità).

Ma la LAV, sempre pronta a rilasciare comunicati fuorvianti su Green Hill, non ha mai risposto a queste incongruenze.

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